Candelabri in argento

Candelabri in argento: storia e curiosità.

Candelabri in argento

Un piccolo viaggio alla scoperta dell’arte dell’illuminazione.

Ai nostri giorni i candelabri in argento sono un complemento d’arredo di lusso. Qualcosa che vogliamo esclusivamente per la sua bellezza e senza uno scopo pratico. Ma nel Rinascimento essi non erano solo arte, erano anche una necessità. Ovviamente candele e candelabri erano presenti già da tempo, ma erano molto diversi da quelli di cui stiamo parlando. Il candelabro era già noto presso gli etruschi e gli antichi romani. A Roma si diffusero due tipi di candelabri: uno bronzeo costituito da un fusto sagomato e quattro piedi a zampa di animale per un uso prettamente casalingo; l’altro, più grande, in marmo o in bronzo ricco di decorazioni, installato nei luoghi di culto e negli edifici pubblici. Intorno all’ VIII secolo si imposero nei luoghi di culto cristiani e non furono rari quelli prodotti con oro e argento. Durante il periodo romanico l’oggetto subì alcune varianti, come quella dei candelabri a foggia di colonna e poggianti su basi decorate.

Ma è nel Quattrocento che, sotto la spinta della “rivoluzione umanistica” del Rinascimento, l’argento fa il suo trionfale ingresso nella vita di tutti i giorni. Perdendo il suo status di materiale esclusivo dell’arte sacra e regale (insieme all’oro) e considerata la sua maggior reperibilità, l’argento divenne il segno distintivo della borghesia. Nelle case dei ricchi si potenva trovare argento ovunque: in tavola, con piatti, coppe, saliere e, finalmente, coltelli e forchette, di varie fogge e dimensioni. Per l’igiene personale vi erano brocche e bacili. Nel resto della casa era presente sotto forma di soprammobili, centri tavola e candelabri in argento d’aspetto sontuoso, arricchiti con pietre preziose, dorature e smalti. Qui si nota la vera arte dell’argenteria fiorentina, in grado di coniugare all’utilità degli oggetti comuni una grande espressività artistica.

L’argenteria era considerata un’arte pari alla pittura e all’architettura e molti celebri artisti come Ghiberti, Brunelleschi e Benvenuto Cellini iniziarono il loro apprendistato come argentieri. Il Manierismo, alla semplicità e linearità delle forme classiche, predilesse la complessità e l’invenzione di simbologie e di temi eruditi, forme esasperate e grottesche, oggetti riccamente decorati ed elaborati. Il più famoso esempio è la saliera creata da Benvenuto Cellini per Francesco I, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’argento si prestava bene a questo tipo di lavorazione sia per la sua duttilità che per la sua alta capacità di riflettere la luce. I candelabri in particolare sfruttavano al meglio questa sua capacità, riflettendo la luce prodotta dalla candela stessa e aumentandone la luminosità. Questo rendeva i candelabri in argento non solo i più belli, ma anche i più efficenti.